Il 10 febbraio è la Giornata dedicata agli italiani che il regime jugoslavo perseguì ed uccise durante e dopo la seconda guerra mondiale.
“Ricordiamoci di ricordare”: dopo il “Giorno della memoria” (vittime ebree), il 10 febbraio è la “Giornata del ricordo” dei morti innocenti della guerra.
Erano quasi tutti italiani che abitavano le zone d’Istria, Dalmazia e Fiume.
Queste terre di confine si trovarono in mezzo ad uno scontro durissimo tra italiani, governate dalla dittatura fascista di Mussolini, che difendevano la loro Patria e i partigiani, guidati dal comunista Tito, che, oltre sconfiggere i nazifascisti, volevano creare una nazione soltanto slava.
Nel 1945, quando l’esercito di Tito vince, occupa le zone ed “elimina” gli italiani, facendoli “sparire”, buttandoli cioè, vivi o morti, nei burroni naturali chiamati “foibe” che significa buca o fossa.
Sono almeno 5000 gli italiani che morirono così. Altri furono deportati, molti (circa 300.000) esiliati, i cosiddetti profughi italiani.
Ecco perché il 10 febbraio vogliamo ricordarli, ma vogliamo anche impegnarci oggi per il rispetto di tutte le persone, in particolare di coloro che fuggono dai paesi in guerra e per costruire la pace con la nuova Europa.
Oggi dobbiamo riflettere su quanti soffrono per le loro scelte politiche e religiose, coloro che vengono uccisi o devono fuggire per non essere perseguitati. Dobbiamo impegnarci per il rispetto in tutti i Paesi, dei “Diritti Umani”, altra Giornata celebrata lo scorso dicembre. La risposta all’odio è più formazione, più educazione, più informazione.
L’assessore alla Cultura Gabriella Peruzzi
Il Sindaco GianCarlo Panero